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TestimonianzaAna Calzavara
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Quando sono arrivata a villa dei pini, ho lasciato le valigie e sono andata a far una passeggiata in giardino, che m è subitto attirato.

Mi sono messa lì nei loro sentieri, ed e come ritrovata  in un altro tempo, scoprindo dei piccoli angoli, piante, colori, fiorini, e allo stesso tempo colpita della magnificenza degli alberi come i pini.

Già avevo sentito parlare della bellezza di questo giardino, però averlo, diciamo vissuto io stessa, caminato tra di loro arberi,  c’è stato tutto un’ altra esperienza per i sensi: sonori per gli ucceli, il fruscio di foglie, il rumore e odore del mare, sempre presente. 

Anche Gli Odori delle diverse piante (ho sentito la trasformazione tra marzo ed aprile come, ad esempio, della presenza dei pitosfori i cui fiori si sono apperti. 

Ed, ovviamente, il visuali, sopratutto il cambio di luce, che,  a sua volta, ci fanno rendere conto di tutti variazioni tonali e cromatiche, sopratutto dei Verdi. 

Dopo questo primo impatto, ho deciso di sviluppare il progetto della Residenza basandomi su quel motivo, gli alberi nel giardino.

 

È stata una decisione presa molto più dal desiderio che strettamente razionale. Un giorno dopo che sono arrivata, ho chiesto a Franco, il giardiniere della Fondazione, di fare un giro spiegando le specie che vi abitavano e ho deciso di lavorare con i grandi alberi. 

Ma volevo che le immagini non fossero generiche, ad esempio qualsiasi magnolia o pino o cedro ecc. Volevo che le immagini rappresentassero quello cedro, quel'olivo, quel leccio che ho trovato lì.

Per me questi alberi sono come entità, testimoni di molti altri tempi prima del nostro presente e, molto probabilmente, di molti tempi futuri. Hanno un'aura intorno a loro, che mi ha fatto pensare al contrasto tra il nostro tempo presente, così spesso tumultuoso e pieno di conflitti, e il loro tempo, d’una certa imperturbabilità dell'anima, non nel senso di indifferenza o insensibilità, ma di una saggezza di sapere che tutto passa e anche se non sono neanche loro eterni, trasmettono qualcosa di eternità.

 

Ana Calzavara, Primavera di 2022.

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